La prima fase dell’emergenza sanitaria è passata e siamo ormai entrati nella fase di convivenza con il virus.
Dobbiamo ritenerci fortunati. Fino ad ora l’epidemia si è tenuta lontana dal Cilento e da Ascea, grazie anche all’atteggiamento responsabile di tutti. Un ringraziamento particolare a tutti coloro i quali hanno contribuito a superare questa fase. A chi ha contribuito pubblicamente, a chi lo ha fatto in silenzio.
Pur non condividendo alcune scelte, in questi ultimi mesi abbiamo deciso di agire in silenzio, nel modo che ritenevamo più responsabile. Ma adesso inizia una nuova fase e non è detto che il peggio sia passato. Il rischio è che per il nostro territorio le conseguenze economiche e sociali di questa pandemia siano persino più gravi degli effetti sanitari. E bisogna agire di conseguenza.
Ritengo che le azioni messe in campo da questa amministrazione non siano sufficienti ad affrontare le sfide che ci attendono. Pochi giorni fa è stato approvato un bilancio di previsione per il 2020 che aumenta le tasse e non contiene nessuna misura per far fronte all’emergenza.
Parlano di una crisi senza precedenti, ma vessano i cittadini aumentando le tasse e prevedendo incassi record per attività di riscossione tributaria e sanzioni paesaggistiche: aumenta l’IMU sulle seconde case, aumenta del 20% l’aliquota IRPEF per i redditi superiori a 55.000 €, aumenta il costo complessivo del ciclo di smaltimento dei rifiuti di 45.670,84 €. Complessivamente il Comune quest’anno preleverà dalle tasche dei suoi cittadini 193.341,68 € in più rispetto all’anno precedente.
Dicono di aspettarsi una riduzione delle presenze, ma confermano per l’anno in corso le stesse entrate per la tassa di soggiorno e i parcheggi. Salvo poi correggersi durante la discussione dell’argomento o con delibere di giunta del giorno dopo (vedi parcheggi), consapevoli di parlare di cifre non realistiche.
Possono raccontare i fatti come vogliono, fare paragoni con le precedenti amministrazioni. Ma i numeri sono numeri, e ciò non cambia il fatto che i cittadini quest’anno pagheranno più tasse rispetto allo scorso anno.
Un documento così redatto è semplicemente inutile, perché non affronta i problemi reali e non risponde alle necessità di questa delicata fase storica.
Ci saremmo aspettati di più. Si sarebbe potuto, ad esempio:
- Posticipare le scadenze per il pagamento dei tributi comunali al 30 Settembre 2020, ovvero al termine della stagione estiva.
- Sospendere tutte le attività di accertamento tributario fino al 31 Dicembre 2020
- Ridurre del 30% la TOSAP per l’anno 2020 a ristoro del periodo di chiusura e delle future limitazioni all’uso degli spazi esterni
- Ampliare per l’anno in corso le concessioni balneari regolarmente assegnate per far fronte alla temporanea diminuzione dei posti spiaggia dovuti ai nuovi requisiti di sicurezza
- Avviare un tavolo permanente di confronto con gli operatori turistici (strutture ricettive, ristoratori, balneari, servizi, etc) per definire le linee operative per affrontare la stagione estiva e agire rapidamente al mutare delle condizioni sanitarie
Non sono proposte populiste come ama definirle il Sindaco, ma semplicemente di buon senso. La riduzione delle tasse può essere facilmente coperta riducendo temporaneamente il costo di servizi non essenziali o posticipando all’anno prossimo attività non prioritarie. Posticipare le scadenze per il pagamento dei tributi non ha alcun impatto sul bilancio dell’Ente, ma solo sulla cassa. Il comune chiede ogni anno un’anticipazione di tesoreria a Cassa Depositi e Prestiti per far fronte alle necessità di liquidità. Quest’anno, in condizioni straordinarie, sarebbe più che normale anticipare una quota maggiore facendosi carico di qualche interesse in più, piuttosto che chiedere ai cittadini di indebitarsi per pagare le tasse.
La verità è che hanno approvato il bilancio di previsione nella prima forma utile disponibile senza badare minimamente al contenuto e senza prevedere alcuna misura per fronteggiare l’emergenza. Il tutto solo per superare le limitazioni gestionali legate all’esercizio provvisorio e poter operare con maggiore libertà. Infatti, i Comuni che non hanno approvato il bilancio di previsione entro il 31 dicembre 2019 entrano nella particolare situazione dell’esercizio provvisorio, disciplinata dall’art. 163 del TUEL. Nel corso dell’esercizio provvisorio, non è consentito il ricorso all’indebitamento e gli enti possono impegnare solo spese correnti ed eventuali spese correlate ad altri interventi di somma urgenza, ferma restando la possibilità di ricorrere all’anticipazione di tesoreria.
Il caso vuole che, pochi giorni dopo l’approvazione del bilancio, siano già arrivati i primi incarichi legali conferiti agli amici avvocati, tra cui il socio dello studio legale del Sindaco. Non credo di essere l’unico a ritenere quantomeno discutibile questo comportamento e vederlo come un potenziale conflitto di interessi.
Ad Ascea oggi, più che un’emergenza sanitaria esiste una emergenza democratica. E se non ci svegliamo, si rischia una deriva autoritaria.
L’introduzione dei pass per l’accesso ai luoghi pubblici non è una buona notizia. Già dobbiamo comunicare al Sindaco gli spostamenti e i rientri da fuori regione a causa dell’emergenza. Poi questa estate avremo bisogno di un pass per parcheggiare, un pass per andare in spiaggia, un pass per accedere ai parchi e ai luoghi pubblici. Tra un po’ dovremmo chiedere l’autorizzazione al Sindaco anche per andare in bagno.
Il pass plastificato delle dimensioni di un libro tascabile è roba preistorica, l’antitesi della praticità, superato anche per gli appassionati del vintage.
Imporre queste restrizioni anche ai residenti costituisce una inaccettabile limitazione delle libertà personali, soprattutto se si parla di accesso a spazi pubblici all’aria aperta in una fase di remissione dell’epidemia. Queste restrizioni non hanno nessuna giustificazione sanitaria e sono anche incostituzionali. Già abbiamo vissuto di diritti sospesi durante tutto il periodo del lockdown, credo possano bastare. Vogliamo tutti recuperare un minimo di normalità. Per circolare durante il periodo di emergenza bastava una autocertificazione mentre per andare al mare ad Ascea ad emergenza finita ci vorrà un pass preventivamente autorizzato. Succede solo ad Ascea.
Esistono forme di controllo diverse che non limitano le libertà personali. Si potrebbero, ad esempio, organizzare le spiagge libere con l’individuazione di spazi già adeguatamente distanziati e controlli estesi sull’intero litorale, senza imporre limitazioni di accesso.
Il controllo delle presenze andrebbe fatto a monte, sulle strutture ricettive e sulle case in affitto. Queste ultime sono già tenute, ai fini dell’applicazione della tassa di soggiorno, a comunicare le presenze al Comune entro 48 ore dall’arrivo. Si eseguano i controlli necessari e si applichino le norme che ci sono già. Si sfrutti l’occasione per riqualificare realmente l’offerta turistica, facendo rispettare le autorizzazioni e procedendo contro chi affitta locali non idonei o non autorizzati. I controlli dovrebbero solo verificare la presenza degli ospiti negli elenchi della tassa di soggiorno. E in caso di presenze non comunicate, si proceda direttamente contro il proprietario, anche per evasione della tassa di soggiorno.
Si ai controlli, si all’utilizzo dei dispositivi di protezione. No alla limitazione delle libertà personali.
Il turismo è libertà, e di troppe restrizioni si muore. Tutti i principali operatori del settore prevedono una forte contrazione delle presenze internazionali e una riduzione complessiva del volume dei viaggi fino al 70%. I confini sono chiusi e gli aerei sono a terra. Al contrario, si prevede un aumento del turismo di prossimità, all’interno della stessa regione o tra regioni limitrofe. E la Campania, insieme alla Sicilia, è tra le prime regioni italiane in termini di turismo interno alla regione.
Questo vuol dire che esiste un’opportunità, ma dobbiamo saperla cogliere. E’ possibile limitare i danni, ma è necessario muoversi subito e bene. Se salta l’estate sarà un grosso problema per tanti. Le strutture e le attività non lavoreranno, non potranno assumere e tanti lavoratori stagionali finiranno senza stipendio e senza ammortizzatori sociali per un intero anno. Le aziende del settore turistico non incasseranno e avranno difficoltà a coprire esposizioni finanziarie e tributi locali.
Personalmente, se dovessi scegliere tra una località in cui si applicano limitazioni alle attività con tutte le relative complicazioni (comunicare in anticipo l’arrivo, ottenere pass e autorizzazioni) e una località in cui vi è maggiore libertà, sceglierei un luogo di vacanza in cui vi è maggiore libertà. In fondo si tratta pur sempre di vacanze. Bisogna assolutamente evitare di far passare il messaggio che trascorrere le vacanze ad Ascea voglia dire limitare le proprie libertà, altrimenti ne pagheremo tutti le conseguenze.
Dicono di voler ascoltare le proposte dei cittadini, ma operano ritenendo di non avere nulla da imparare. E non hanno rispetto nemmeno dei rappresentanti eletti in consiglio comunale. L’unica forma di rapporto che conoscono è la sudditanza.
Dall’inizio del mandato ad oggi abbiamo presentato una decina tra interrogazioni e richieste al Sindaco e agli assessori competenti, senza ricevere nessuna risposta. L’unica risposta l’abbiamo ricevuta dal responsabile Lavori Pubblici in seguito ai problemi di allagamento a Grisi. E voglio ricordare, che il regolamento di Consiglio Comunale prevede che “alle interrogazioni il sindaco o l’assessore delegato competente per materia o, eventualmente, il segretario comunale, …, può dare la risposta orale nella stessa seduta oppure scritta, entro 30 giorni dalla presentazione” (art. 22 comma 4).
Forse sarebbe il caso di mettere da parte l’orgoglio ed imparare ad ascoltare gli altri, nell’interesse di tutti. Potrebbe anche venirne fuori qualcosa di buono…
Egidio Criscuolo