Il lungomare occupato

Il lungomare occupato

L’inizio dei lavori di realizzazione del nuovo stabilimento balneare sul lungomare ha risvegliato la coscienza di Ascea. Indignazione, rabbia e impotenza. Questi i sentimenti di tanti asceoti di fronte alla vista del lungomare occupato. Privazione. Perché il lungomare è di tutti, e così sembra ce ne sia stato tolto un pezzo.

Di fronte a queste sensazioni, il rischio è di agire d’impulso, giudicando in base alle apparenze. C’è anche chi ha legittimamente protestato, chiedendone la rimozione. Ma occorre evitare strumentalizzazioni o processi sommari nei confronti di chi non ha alcuna colpa.

É bene chiarire, oltre ogni ragionevole dubbio, che la responsabilità di questa scelta non è da attribuirsi né ai concessionari, né ai tecnici, né tantomeno alla minoranza. Esiste un unico responsabile, ed è l’amministrazione guidata dal sindaco Pietro D’Angiolillo.

Lo stabilimento balneare in questione è il frutto di una concessione demaniale (ex lido Settebello) assegnata mediante bando pubblico dalla precedente amministrazione e attivata con colpevole ritardo. Non è il risultato di uno dei famigerati patti di collaborazione, che pure andranno affrontati a tempo debito.

Prima di ogni altra considerazione, una rassicurazione: l’opera non è definitiva e dovrà essere rimossa al termine della stagione estiva. Come risulta dal permesso a costruire, la soprintendenza ha approvato l’intervento con le seguenti prescrizioni: “… a condizione che la struttura venga autorizzata soltanto per l’anno in corso e rimossa al termine del periodo estivo in quanto, a parere di questo ufficio e per gli anni successivi, la delocalizzazione degli stabilimenti balneari dovrebbe avvenire nell’ambito di una programmazione generale che preveda il ridisegno del lungomare di Marina di Ascea con l’individuazione delle effettive aree dove localizzare, a carattere temporaneo e/o definitivo, contestualmente tutte le strutture balneari in possesso dei titoli autorizzativi…”.

Il progetto iniziale prevedeva la realizzazione dello stabilimento sulla spiaggia nell’area dell’ex lido Settebello, alla pari di tutti gli altri stabilimenti attualmente presenti sul litorale. Come da prassi, è stato chiesto al consiglio comunale l’interesse pubblico sull’opera al fine di acquisire le dovute autorizzazioni dagli enti competenti, il quale ha espresso parere favorevole.
Per la cronaca, tutto questo è avvenuto durante la precedente amministrazione ed è stato l’unico momento in cui il progetto è stato sottoposto al vaglio del consiglio comunale.

I concessionari della licenza, dopo un lungo iter autorizzativo, avevano ottenuto i pareri favorevoli necessari per la realizzazione dello stabilimento sulla spiaggia. Secondo le nuove regole di gestione del demanio marittimo in area Parco, doveva essere realizzato mediante strutture rimovibili e rimosso al termine della stagione estiva.

Durante questo processo si è insediata la nuova amministrazione, la quale ha avviato le procedure per lo spostamento dello stabilimento dalla spiaggia al lungomare. Lo spostamento è avvenuto per mera volontà politica, senza una programmazione generale degli interventi condivisa con la cittadinanza e in assenza di una visione di insieme. Il progetto approvato interrompe la linearità del lungomare e rende disomogeneo il paesaggio. Non è un primo passo verso la ridefinizione del lungomare con lo spostamento degli stabilimenti balneari all’interno, perché nessun atto è stato prodotto in tal senso. É soltanto l’ennesima scelta scellerata e approssimativa dell’attuale amministrazione.

Queste considerazioni, che non riguardano solo il lungomare ma l’intero comune, dovrebbero essere oggetto del nuovo Piano Urbanistico Comunale. Nonostante il PUC debba essere approvato per legge entro la fine di Luglio, la stesura del nuovo piano è ancora in alto mare. Ad oggi non è stato approvato nemmeno il progetto preliminare. Questa amministrazione si è limitata a convocare una assemblea pubblica dalla sera alla mattina, il 2 Aprile 2016, non garantendo adeguata partecipazione e non condividendo alcuna informazione utile con i cittadini. Da subito richiederemo la costituzione di un tavolo tecnico per discutere nel merito i contenuti del redigendo strumento urbanistico e la convocazione di una assemblea pubblica per acquisire osservazioni da parte della cittadinanza.

É ormai evidente l’idea di sviluppo di questa amministrazione: autorizzare installazioni di dubbio gusto estetico e dalle ambigue finalità nei luoghi di maggiore interesse storico, naturalistico o urbanistico di Ascea, senza una seria programmazione degli interventi, nel totale disprezzo del buon senso e della normativa vigente. La strategia è cedere progressivamente a privati il diritto di beneficiare delle nostre risorse più importanti con il solo fine di creare clientele, secondo la logica di gestione del potere più vecchia del mondo. Con buona pace delle politiche di sinistra che dicono di rappresentare.
L’ultimo atto è la gestione del costruendo palazzetto dello sport di Ascea capoluogo ad un privato mediante un patto di collaborazione. Un’opera non ancora ultimata, non collaudata, data in gestione ad un privato senza nemmeno una gara per l’affidamento, persino contro il parere dei dirigenti comunali che segnalavano la necessità di una procedura ad evidenza pubblica.

Cosa dobbiamo aspettarci ancora?

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